Virginio Rivano il 6 luglio ha incontrato i ricostruttori siciliani

By 15 Luglio 2012Comunicazioni

Un bel pomeriggio a Villa Immacolata di Tremestieri Etneo{jcomments on}

 Che la Sicilia fosse calda lo sapevamo tutti! Calda come temperature, e benché arrivassi da una Firenze arroventata…sono rimasto a bocca aperta, e calda come partecipazione lo vediamo a ogni evento organizzato da EVU Italia, con la presenza sempre numerosa degli iscritti siciliani.

 Il 6 luglio nella bella villa Immacolata di Tremestieri Etneo, ospiti della Polizia Locale, eravamo una cinquantina di ricostruttori provenienti da Catania, Messina e Siracusa e una decina di dirigenti delle Polizie Locali della zona.

 

L’ordine del giorno prevedeva un’introduzione sul Progetto di Norma U71001730 sul Rilievo degli incidenti stradali – Metodi di esecuzione, un confronto sul progetto di Certificazione dei professionisti e una discussione, coi colleghi siciliani, sullo ‘Stato dell’Unione’, intendendo quella fra AIN e EVU Italia, non quella più famosa…nordamericana!

Purtroppo siamo riusciti ad affrontare, in profondità, solo i primi due argomenti, mentre il terzo, ahimè, non è stato neppure sfiorato. Missione fallita dunque…almeno dal punto di vista del ‘proselitismo’? direi proprio di no, in quanto, a mio parere, il coinvolgimento dei colleghi e l’interesse per EVU Italia non possono che passare attraverso il confronto e lo scambio sui temi di interesse comune, sia di carattere tecnico che politico…e questo è stato fatto.

Chiunque può scaricare il Progetto di norma sui rilievi all’indirizzo http://www.uni.com/index.php?option=com_wrapper&view=wrapper&Itemid=120&lang=it digitando il numero di progetto (U71001730). La norma è in fase di inchiesta pubblica finale il che significa, in parole povere, chi ha qualcosa da dire lo dica ora o…mai più!

Nel mio primo intervento ho sintetizzato il contenuto della proposta di norma, esaminando anche i numerosi esempi che, in essa, sono utilizzati per illustrare le buone tecniche di rilievo. Ho sempre sostenuto che una ricostruzione non può essere ‘migliore’ del ‘peggiore’ dei dati sui quali si basa e tale concetto, anche se espresso in sintesi attraverso uno slogan, rappresenta molto bene il mio pensiero. Per questo motivo mi sono sempre impegnato sul tema dei rilievi e dell’interpretazione dei dati (segni, tracce ecc.), prima, facendo corsi a coloro che operano nel settore e, poi, scrivendo il mio libro tutto dedicato alle indagini.

Il progetto di norma è sicuramente ben fatto e i commenti sono stati in generale positivi; ovviamente i più coinvolti nella discussione sono stati i rappresentati delle Polizie Locali, con alcuni contributi molto interessanti. Un aspetto che molti dei partecipanti vorrebbero approfondire riguarda i possibili effetti, sul lavoro degli investigatori, di una certificazione ai sensi di questa norma. La domanda è stata: se una Polizia Locale svolge i propri rilievi rispettando le indicazioni della Norma, il suo lavoro avrà più credibilità innanzi a un Giudice o a un qualsiasi utente? La discussione è stata molto proficua e ha fornito alcune indicazioni che mi sono impegnato a portare in commissione.

Sul tema della certificazione dei professionisti, ho presentato ai colleghi lo stato dell’arte della discussione sulla revisione della Norma UNI 11294 su Qualificazione dei tecnici per la ricostruzione e l’analisi degli incidenti stradali. Questa revisione, che rispetto alla norma attualmente in vigore specifica meglio i passi necessari per giungere alla certificazione (o qualificazione) dei ricostruttori, è oggetto di discussione da alcuni mesi ed è giunta alle revisioni 4 e 5 che si differenziano, in sostanza, solo riguardo alla scelta di fissare un solo livello di qualifica o tre (come, per esempio, avviene negli USA e, in alcuni casi, in Europa).

Il dibattito in corso è vivace e se, da una parte, la graduazione su tre livelli della qualifica, potrebbe aiutare a ‘spalmare’ su più esami la verifica delle competenze e delle abilità richieste al ricostruttore (l’elenco delle quali è spaventoso!), agevolando così l’accesso alla certificazione, dall’altro espone il professionista che si sottopone (volontariamente) alle verifiche necessarie, a possibili (e scorretti) attacchi da parte di chi, a tali verifiche, non è interessato.

In parole povere, fino a che il percorso di certificazione non si concludesse (col raggiungimento del terzo livello) un eventuale tecnico qualificato al primo o al secondo livello potrebbe essere considerato di ‘serie B’ (o C) da parte di chiunque…pensiamo come ci potrebbero sguazzare legali e colleghi senza scrupoli (…se mai ce ne fossero!).

Ho cercato di inserire la riflessione sulla certificazione nell’ambito della proposta di legge in materia di Disposizioni sulle professioni non organizzate in ordini o collegi in discussione nelle commissioni parlamentari preposte (sintesi della proposta su http://documenti.camera.it/Leg16/Dossier/Testi/AP0152A_0.htm.

Su questo argomento il dibattito è stato molto interessante e sono emersi, da una parte, un forte interesse dei ricostruttori nei confronti di un serio percorso di certificazione e, dall’altro, la chiara preferenza per un sistema ad un unico livello. Ci sono stati alcuni suggerimenti interessanti circa la possibilità di prevedere, eventualmente, delle scansioni temporali per l’accesso a un livello ‘senior’ della certificazione, che potrebbe, per i primi anni di professione, avere una classificazione ‘junior’, un po’ sulla falsariga di quanto avviene per la ‘carriera degli avvocati. Ciò potrebbe avere come conseguenza che, prima di poter fare il proprio lavoro in ambiti particolarmente delicati, quali ad esempio quelli in sede penale, il ricostruttore debba avere fatto un certo numero di anni di professione.

Un’altra proposta è stata quella di prevedere, in vista dell’esame per la qualifica, la possibilità di utilizzare degli eventuali ‘crediti’ formativi che i candidati potrebbero documentare con ricostruzioni fatte (con riguardo alle competenze professionali o alle abilità di carattere tecnico) o con pubblicazioni tecnico scientifiche (per quanto riguarda alcuni ambiti delle conoscenze in area tecnica).

La discussione si è prolungata al punto che siamo arrivati alla fine della giornata, come ho detto, senza neppure affrontare il tema dell’organizzazione di EVU Italia in Sicilia, dei rapporti con AIN e degli sviluppi della nostra attività.

Nel programma della giornata era previsto che facessi un excursus illustrando le iniziative in corso e i prossimi progetti; i contenuti che avevo individuato erano: il nuovo sito (con l’organizzazione di un forum per gli iscritti), la rivista, gli eventi tecnici (a nord e a sud), i nuovi servizi per il pagamento on-line, lo stato dei rapporti AIN – EVU e EVU – ASAIS, l’assemblea nazionale di Roma del 22 settembre 2012 e il Congresso Europeo di Firenze del 17-19 ottobre 2013.

Tutto rimandato! Molti di questi argomenti saranno affrontati o con interventi sul sito o nell’assemblea di settembre, altri verranno affrontati quando si porranno i problemi delle scelte e delle decisioni.

L’indicazione più importante che ho avuto da questo incontro, comunque, riguarda l’impostazione che EVU Italia deve dare al suo rapporto con gli iscritti: una presenza più ravvicinata attraverso incontri di carattere regionale o interregionale non può che portare a uno sviluppo armonioso dell’associazione, a una maggiore partecipazione di tutti e, di conseguenza, a quel reciproco arricchimento professionale che è il motivo di esistere della nostra associazione. (V.R.)

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