Per chi, come me, ha un’età tale da essere ancora affezionato alla carta stampata, l’uscita di questo Numero Zero dei quaderni di EVU Italia è una festa, oltre che l’inizio di una prospettiva rassicurante.
In questi anni, dalla ri-fondazione di EVU Italia, il materiale prodotto nelle nostre giornate-studi e convegni, è sempre stato messo a disposizione, di iscritti e partecipanti, sul nostro sito online.
In questo modo i dati hanno girato, e sono stati condivisi e utilizzati, ma non è stato come avere in mano qualcosa di scritto, scritto per essere pubblicato, scritto per essere diffuso, scritto per essere letto, messo in una libreria, aperto, consultato all’occorrenza,…sottolineato!
L’idea di fare i Quaderni di EVU Italia è vecchia quasi come EVU Italia stessa, e finalmente ci siamo!
Questo Numero Zero soddisfa, tanto per cominciare, l’esigenza di dare una forma a ciò che abbiamo prodotto fino ad oggi; è il primo passo verso la regolare pubblicazione, una volta all’anno, degli atti dei nostri convegni…e non solo. Per adesso abbiamo raccolto il materiale dei quattro eventi organizzati dal 2008 al 2010, lo abbiamo un po’ riorganizzato, collegato, laddove possibile, e pubblicato.
Il materiale che avevamo si presentava in vari formati: presentazioni, articoli strutturati, interventi orali, filmati, tabelle ecc. ecc.
Non tutto è stato recuperabile: alcuni interventi, in questi anni, sono stati accompagnati solo da alcune diapositive molto sintetiche e incomprensibili se non raccordate. Alcuni degli autori non sono stati in grado di darci un prodotto pubblicabile e così abbiamo dovuto rinunciare!
Altro materiale era in formato multimediale o di presentazione, ma più dettagliata, e abbiamo deciso che poteva essere utile allegarlo, in un DVD. Questo vale in particolar modo per gli atti dell’evento di Napoli del 2010. Alla fine speriamo di avere messo un punto e a capo: in questi anni abbiamo lavorato così ed abbiamo raggiunto questi risultati, da ora in poi vorremmo lavorare in maniera diversa!
Essere un iscritto di EVU Italia deve essere, oltre che prestigioso, anche utile, per la professione, per la cultura, per la formazione e, perché no, per lo sviluppo del lavoro.
In questa prospettiva, chi quest’avventura l’ha iniziata, si chiede: “cosa do ai miei compagni di viaggio?”.
Certo, il prestigio di essere associato alla più grande e autorevole associazione europea di ricostruttori, l’accesso al data base europeo di EVU, sempre più ricco e di alto livello tecnico scientifico, sicuramente agevolazioni economiche per partecipare ai più importanti eventi europei (e nazionali), ma basta? Non si può fare di più?
La pubblicazione dei Quaderni può essere un altro benefit per chi crede nel nostro progetto…altri possono e devono arrivare…penso alla certificazione dei tecnici ricostruttori, alla visibilità dei nostri iscritti negli albi dei Tribunali, all’organizzazione di eventi, non solo tecnici, ma anche più politici, che mostrino ai nostri clienti, siano essi istituzionali o privati, che in Italia esiste un gruppo di professionisti preparati, seri e aggiornati. Formazione permanente, dunque, ma anche visibilità e prestigio.
Ho detto, prima, che i Quaderni di EVU Italia saranno il luogo di pubblicazione degli atti dei nostri convegni, ma non solo…credo, infatti, che la nostra rivista debba e possa essere arricchita. Qualcosa è già in programma, altro potrebbe venire cammin facendo.
Per il momento ho ottenuto, da Consiglio di Presidenza di EVU Europa, l’autorizzazione e tradurre e pubblicare, sulla nostra rivista, alcuni degli articoli del database europeo.
Il programma è quello di estrarre ogni anno, dagli atti del Congresso Europeo, 4 o 5 articoli fra i più significativi e tecnicamente importanti, per darne la massima diffusione fra i nostri iscritti. Ci sarà un comitato di redazione che si occuperà della scelta, ma anche i suggerimenti degli iscritti saranno, ovviamente, benvenuti.
Oltre a questo nulla vieta, anzi sarebbe bello, che, come da anni avviene in Germania, singoli (o gruppi di) ricostruttori, svolgano degli studi, teorici o sperimentali, che abbiano una ricaduta sul nostro lavoro. La rivista sarebbe una sede eccellente per dare diffusione a idee e risultati che, non avendo, magari, il respiro della pubblicazione europea, siano comunque interessanti per tutti noi; penso a raccolte di dati, piccole sperimentazioni, scoperte fatte durante il nostro lavoro ecc.
Insomma, partiamo e poi vedremo come arricchire questa nostra creatura! Speriamo che diventi un altro utile strumento per il nostro lavoro e che contribuisca a farci crescere culturalmente e professionalmente. Basta ora, troppe parole e troppi sogni!
Un caro auguro a tutti voi… e a questa nostra creatura!
Virginio Rivano